Finanza d'Impresa

Fintech e accesso al credito

Intervista di Francesco Gatto (Responsabile CUOA Finance) a Ignazio Rocco di Torrepadula (CEO CREDIMI) e Ivan Pellegrini (Co-founder e Amministratore Delegato Borsa del Credito)

Fintech e accesso al credito: quali prospettive per il mercato italiano?

Rocco – Le piattaforme di finanziamento digitale alternativo sono, e saranno sempre più, un potente acceleratore per la crescita, un reale aiuto per le imprese italiane. I nuovi intermediari finanziari digitali stanno aumentando i volumi di finanziamenti in modo esponenziale e i numeri dello scorso anno certificano questo trend: nel 2017 il fintech italiano si stima che abbia superato i 300 milioni di finanziamento alle imprese. Si tratta di valori importanti, anche se ancora ben lontani da quelli dei mercati USA e UK. In generale comunque, oltre al valore delle transazioni, sta crescendo anche l’attenzione di CFO, CEO e tesorieri verso il fintech: termini come “Minibond”, “Spac” o “Pir”, che fino allo scorso anno non esistevano o erano conosciuti a pochi, stanno diventando sempre più familiari e di interesse. Il mercato italiano del fintech sta crescendo e deve seguire questo trend.

Pellegrini – Sempre più imprese stanno imparando a conoscere e usare al meglio i canali di accesso al credito alternativi. Basta guardare i dati aggregati del primo trimestre del 2018 delle diverse piattaforme, dove c’è stato un erogato complessivo di 126 milioni di euro. Su base annua, rispetto al primo trimestre del 2017, in crescita di quasi il 200%. E sono dati ancora conservativi.
Le aziende cosiddette “fintech” propongono agli utilizzatori finali soluzioni veloci, comode, efficienti e personalizzate. Certamente al passo con i tempi e non obsolete come certe procedure ancora oggi richieste dalle banche, ancora troppo legate alla trasmissione fisica dei dati.
Nel nostro caso, gli imprenditori cominciano a vederci nella giusta ottica, ovvero come fornitori strategici di liquidità, un canale in più da affiancare a quelli tradizionali e che ha vantaggi precisi: abbattere i tempi di erogazione, aumentare le possibilità di sfruttare occasioni di crescita che dà il mercato, trovare un interlocutore nato appositamente per le esigenze di aziende piccole e medie.

Quali sono gli elementi distintivi, il vantaggio competitivo del modello di business di Credimi?

Rocco – Credimi è un nuovo prodotto finanziario digitale, dedicato a tutte le aziende con almeno 500mila euro di fatturato annuo, che permette di ottimizzare il circolante ottenendo velocemente l’incasso dei propri crediti commerciali. E per “velocemente” si intende 48 ore: in soli due giorni dalla richiesta infatti, se la valutazione dell’azienda risulta positiva, Credimi mette a disposizione del cliente un plafond creditizio per il finanziamento del circolante che non intacca i fidi esistenti. La velocità è sicuramente uno degli aspetti distintivi di Credimi così come la semplicità: siamo completamente digitali e non richiediamo documentazioni o garanzie per effettuare le nostre valutazioni in quanto, per attivare il processo, basta inviare tramite il nostro sito Credimi.com la Partita I.V.A. dell’azienda e la quotazione del primo credito commerciale. Inoltre siamo totalmente trasparenti: non ci sono costi fissi, perché Credimi si paga esclusivamente in caso di utilizzo, cioè di richiesta effettiva di finanziamento, e il costo prima dell’operazione viene comunicato al cliente sia in % che in valore assoluto.

Pellegrini – Ciò che si nota subito in BorsadelCredito.it è la semplicità con cui è possibile fare una richiesta o interfacciarsi con uno dei nostri operatori e la velocità con cui si compiono queste operazioni e si ottengono delle risposte chiare.
Il nostro è un modello che tiene fermo un obiettivo direi antico e fondamentale, ovvero quello di fare credito con finanziamenti, che si raggiunge con un’esperienza molto diversa da quella tradizionale. Sfruttando la diffusione della tecnologia, è possibile fare una richiesta tramite un sito internet che ha il compito di rendere semplice e veloce qualcosa che, fatto senza tecnologia, richiede tempi e costi altissimi. La tecnologia semplifica il contatto, riduce distanze e attese, e aiuta gli umani – nel nostro caso abbiamo analisti esperti e bravi – a valutare al meglio una richiesta di credito e a dare una risposta soddisfacente per il cliente finale.

Fintech e sistema bancario tradizionale? Rapporto antitetico o complementare?

Rocco – Sicuramente servizi come Credimi vogliono dare, e stanno dando, una forte spinta al mercato del finanziamento a fronte di crediti commerciali, storicamente presidiato in larga maggioranza proprio dalle banche tradizionali. Un mercato decisamente importante in Italia, dato che vale 400 miliardi di euro ed è il 4° nel mondo per dimensione. Nell’ambito del factoring quindi il nostro obiettivo, come intermediario finanziario digitale, è quello di superare il sistema bancario tradizionale, molto spesso non abbastanza reattivo per le imprese.

 Pellegrini – Secondo noi assolutamente complementare. Un’azienda come la nostra ha ambizioni di poter servire molto meglio una fetta di mercato – quella alle piccole e medie imprese – sempre più trascurata dagli operatori tradizionali. Ma non pensiamo di sostituirci né ora né in futuro a una banca.
Noi offriamo certamente un’esperienza e una personalizzazione dell’offerta all’utente che la banca non riesce a dare per ragioni fisiologiche, di modello di business che va rinnovato. In quest’ottica, per gli imprenditori, siamo qualcosa di nuovo e di utile.
In futuro ci auguriamo anche di trovare forme di collaborazioni costruttive con le banche, che offrano al cliente finale ancora più possibilità.