Finanza d'Impresa

La recente Riforma della crisi d’impresa: cosa cambia nel concreto per le imprese?

di Francesco Gatto*

Una delle novità più rilevanti del 2019 nel campo del diritto societario e dell’amministrazione aziendale è rappresentata sicuramente dal nuovo “Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza” (D. Lgs 12.01.19 n. 14 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 38 del 14.02.19) che ha l’obiettivo principale di anticipare l’emergere di situazioni di crisi ed estende gli “Early Warning” alle dinamiche di gestione aziendale.

La Riforma prevede, infatti, l’adozione di misure di allerta che dovrebbero permettere di intercettare tempestivamente le crisi d’impresa, prima che si traducano in veri e propri default.
La riforma demanda inoltre all’organo di controllo la tempestiva rilevazione della crisi e, qualora ne ricorrano le circostanze, anche l’eventuale accertamento della perdita della continuità aziendale.
L’obiettivo è prevenire (o meglio prevedere) lo stato di insolvenza, introducendo una procedura di composizione assistita e una di allerta che poggia su due pilastri: gli obblighi organizzativi in capo all’imprenditore e quelli di segnalazione a carico di determinati soggetti.

Quali sono le conseguenze concrete per le imprese (soprattutto le PMI)?

L’introduzione del sistema di allerta impatta, già nell’immediato, in tutte le organizzazioni che operano in forma societaria o collettiva con la previsione di assetti organizzativi, amministrativi e contabili adeguati alla natura e dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi e della perdita della continuità. In tal senso, gli organi di controllo societari hanno l’obbligo di:

  1. verificare che l’organo amministrativo valuti:
    – l’adeguatezza dell’assetto organizzativo dell’impresa
    – l’equilibrio economico-finanziario
    – il prevedibile andamento della gestione
  2. segnalare immediatamente allo stesso organo amministrativo l’esistenza di fondati indizi della crisi.

Gli indizi della crisi – che entreranno formalmente in vigore ad agosto 2020 – sono riconducibili essenzialmente agli squilibri di carattere reddituale, patrimoniale o finanziario, rilevabili attraverso appositi indici in grado di evidenziare la sostenibilità dei debiti per almeno i sei mesi successivi. Tutto ciò implica da parte delle imprese l’addizione di un sistema di soluzioni per il monitoraggio e controllo operativo in azienda: dalla redazione del piano industriale alla definizione di un budget annuale e di un budget di cassa mensilizzato (o piano di tesoreria).

Vista la rilevanza del tema, CUOA propone nel mese di giugno, in collaborazione con Adacta Advisory, un ciclo di tre sessioni formative dal titolo “Riforma della crisi d’impresa: early warning system e strumenti di controllo.
L’obiettivo è fornire un quadro organico delle novità introdotte e soprattutto capire le implicazioni per i Manager dell’Area Amministrazione, Finanza e Controllo e per i Professionisti d’impresa, approfondendo le metodologie e gli strumenti per la pianificazione finanziaria d’impresa, con un focus sulla sostenibilità dei piani aziendali.

*Responsabile CUOA Finance e Custom CUOA Business School