Finanza d'Impresa

Controllo finanziario, accesso al credito e valutazioni del CFO nel contesto attuale

L’inizio 2021 si prospetta ancora con molte incertezze​ e, in uno scenario simile, è del tutto evidente come il ruolo della finanza in azienda sia sempre cruciale e delicato per garantire la continuità del business. 

Sono diverse le situazioni che meritano un’attenzione e una riflessione specifica ma sicuramente un elemento critico è rappresentato dalla capacità di generazione di cassa dell’impresa
Oggi, come già accaduto in passato, a fronte della crisi si è cercato di dotare il sistema di liquidità, sotto varie forme tecniche, per contenerne gli effetti negativi. Accanto a tali misure, che hanno effettivamente garantito rilevanti (e necessari) flussi di liquidità e che, in ogni caso, prima o poi avranno un termine, occorre registrare una situazione finanziaria diffusa da monitorare con estrema cautela e attenzione. In questo senso è esplicativo un recente studio della Banca d’Italia sugli effetti economici della crisi.
Lo studio dal titolo “Gli effetti della pandemia sul fabbisogno di liquidità, sul bilancio e sulla rischiosità delle imprese” (13 novembre 2020) è dedicato all’impatto sui bilanci di circa 730mila società di capitali e registra, accanto alle misure di emergenza che hanno garantito notevoli flussi di liquidità in questa fase, un contesto preoccupante in termini di calo di redditività, maggior indebitamento, rischio di insolvenza, peggioramento del merito creditizio  

In particolare, la qualità del merito creditizio è un elemento che un CFO o un Tesoriere dovrebbero monitorare attentamente in questa fase temporale.  ​
Il credito alle imprese rappresenta una leva cruciale per sostenere la ripresa economica in un contesto di mercato complesso e incerto, ma occorre però essere consapevoli, dal punto di vista delle imprese, di come oggi la gestione del credito sia diventata un “mestiere” estremamente selettivo e più difficile per il sistema bancario sotto vari punti di vista: scenari di mercato poco prevedibili, crescita del livello di indebitamento e del rischio di insolvenza di molte imprese con inevitabili ricadute sui conti economici delle banche, profonda revisione delle strategie e dei modelli di business delle banche stesse, evoluzione della normativa della Vigilanza Bancaria con una fortissima attenzione  al controllo del rischio di credito, anche alla luce della riforma del codice della crisi e degli obblighi connessi. In questo senso alle imprese è richiesto (e in primis al CFO) uno sforzo rilevante per favorire internamente alle proprie organizzazioni una maggiore consapevolezza e cultura del credito, intesa come chiara consapevolezza del concetto di merito creditizio.
Quindi le imprese (a partire dal CFO) dovrebbero ben interiorizzare, partendo da una consapevolezza di come la “partita” del credito sia cambiata in questi anni, il concetto di “merito creditizio” (abbandonando un concetto, a volte erroneamente presente, di “diritto al credito”.
Le attuali regole che governano il credito bancario andranno, infatti, a segmentare sempre più tra imprese “meritevoli” (che continueranno ad avere accesso, anche maggiore, al credito) e quelle “eccessivamente rischiose” (che incontreranno invece maggiori problemi).
Alle imprese (e il CFO avrà in questo un ruolo cruciale) è richiesto sempre più di comunicare con maggiore trasparenza il proprio business, i propri “numeri”, adottando scelte più razionali in tema di struttura del debito e di capitalizzazione, con un focus soprattutto sulle dinamiche dei flussi di cassa(non più tanto “quanto” accesso al credito, ma “quanto è possibile restituire su base annua” e da qui individuare il proprio “debito sostenibile”).

Schematizzando, il ruolo del CFO sarà fondamentale come impulso nelle rispettive organizzazioni per favorire:

  • una maggiore razionalità, dal punto di vista della comprensione delle logiche del credito e del rating adottate dalle banche ponendo particolare attenzione alle dinamiche di generazione della cassa e di pianificazione finanziaria (a breve e medio termine)
  • una maggiore trasparenza informativa, dal punto di vista della capacita di informare periodicamente e correttamente le banche e il mercato rispetto alla tenuta e allo sviluppo del proprio business e all’andamento dei propri “numeri”
  • una maggiore visione a medio termine, al punto di vista della capacità di impostare business plan veritieri e credibili, con scelte adeguate e opportune relativamente alle fonti finanziamento da attivare e ad eventuali possibilità di apertura del capitale.

Autore: Francesco Gatto, Responsabile CUOA Finance