General Management Imprenditorialità e Governance

La strategia scende in vigna

Intervista ad Andrea Stefani, Docente CUOA a cura di Michele Bertuzzo, Studio Cru

Andrea StefaniTalento o preparazione, intuito o strategia? Il mondo del vino (italiano) è densamente popolato da personalità strabordanti, che potrebbero far pensare che contino più doti personali e innate, a volte quasi taumaturghiche, piuttosto che lo studio, l’analisi, la pianificazione e il controllo della gestione. Sarà davvero così? Ne parliamo con Andrea Stefani, consulente di impresa su tematiche relative a Pianificazione Strategica, Programmazione e Controllo e docente del Corso in Gestione delle Aziende Vitivinicole della Fondazione CUOA, in cui si occupa del modulo di Analisi competitiva e formulazione della strategia di impresa e del modulo di Controllo di gestione.

La Pianificazione strategica è un’esigenza sentita anche dalle imprese vitivinicole?

Si, sempre più. Pur in presenza di dimensioni aziendali prevalentemente piccole, c’è un grande interesse rispetto ai temi della Pianificazione strategica e del Controllo di gestione. Vi è una crescente consapevolezza che un’azienda di successo non si basa solo sulle buone idee, ma sulla capacità di realizzarle attraverso procedimenti applicativi. Quali mercati aggredire, su quali prodotti puntare, dove portare la propria azienda sono domande che gli imprenditori vitivinicoli si pongono e per le cui risposte sanno che sono necessari studio e analisi.

Il mondo del vino è però ben diverso da quello industriale, dove questi concetti sono più radicati …

Certo, il vino ha una valenza molto più culturale. Il vino è legato al territorio che lo produce e deve essere visto come elemento di un unicum, formato da gastronomia, turismo, cultura. L’enoturismo, non a caso, si dimostra un volano eccellente, non solo per il territorio, ma per gli stessi prodotti.

Però è cosa ben diversa essere nati a Montalcino, piuttosto che, giusto per citare un territorio meno noto, sui Colli Aretini…

Certamente, però dipende dall’imprenditore e dalla sua capacità di trasformare i limiti in opportunità.
L’obiettivo è sempre quello della crescita, in contesti e con modalità diverse.

E come si fa a crescere?

Sviluppando un approccio scientifico, con lo studio. E vedo sempre più giovani interessati ad approfondire queste materie, spesso sono le nuove generazioni di famiglie di vignaioli. Nel Corso in Gestione delle Aziende Vitivinicole puntiamo a fornire gli strumenti per una crescita armonica. La crescita non può essere solo dimensionale, altrimenti prima o poi porta a distorsioni e crisi. Non basta produrre di più, devono cambiare i processi attraverso cui si produce, deve esserci una crescita organizzativa e in definitiva culturale.

Cosa ben diversa da come siamo abituati a vedere la figura del vignaiolo, quasi un genio solitario, un artista capace di tirare fuori il meglio da un terroir e poi di trasmettere una passione contagiosa …

Le capacità tecniche di fare un prodotto eccellente non sono in discussione. La qualità è fondamentale. Quella che voglio confutare è la dicotomia tra creatività e strategia, che non devono essere viste come scelte tra loro contrapposte. Noi latini siano più vocati all’improvvisazione, favoriti dalla nostra grande creatività. Altre culture, come quella anglosassone, puntano molto di più sulla pianificazione e programmazione, creando processi  strutturati. Riuscendo a coniugare i due approcci si troverebbe una strada vincente. Come sembra stia facendo la Germania adesso, tanto che si legge che i Tedeschi si sono italianizzati nella flessibilità e creatività, ma sono rimasti germanici nel rigore della pianificazione.

Quando diventa particolarmente importante farlo?

Si dice che il fine ultimo di un’impresa sia quello di generare valore nel lungo periodo. Cosa meglio di una famiglia, che si fonda sulla trasmissione generazionale di un patrimonio, come strumento di governance di un’impresa? La maggior parte delle aziende vitivinicole è in mano a famiglie, eppure capita che le famiglie non siano in grado di passare il testimone al loro interno. Ricondurre la conoscenza, il talento, il carisma ad una prassi in grado di perseguire gli obiettivi deve essere una priorità. Una strada obbligata per affrontare un mercato sempre più competitivo.

Corso in Gestione delle Aziende Vitivinicole della Fondazione CUOA