ImpresealCUOA n. 36 - Special Issue del 28 novembre 2017 La community MBA Imprenditori CUOA

Da funzionale a emozionale: come ti innovo una chiavetta USB. Il caso Maikii

ImpresealCUOA, 28 novembre 2017

di Diego Campagnolo*

Venerdì 24 novembre si è svolto il Venerdì a cena MBA Imprenditori, con gli oltre 60 imprenditori allievi delle edizioni 11 (2016-2018) e 12 (2017-2019), che ha avuto come protagonisti Matteo Fabbrini e Francesco Poloniato, rispettivamente CEO e Direttore Creativo di Maikii, azienda che hanno fondato nel 2008 all’età di 26 anni e che oggi impiega 50 collaboratori e ha un fatturato consolidato di 20 milioni di Euro.


Venerdì a cena con Maikii, Matteo Fabbrini e Francesco Poloniato

Il successo di un’impresa si fonda sulla capacità di saper gestire efficacemente scelte apparentemente contradditorie.

Per esempio: è scontato che le imprese debbano innovare i loro prodotti. Meno scontato è verso quale direzione innovare, soprattutto quando si tratta di prodotti che hanno traiettorie tecnologiche chiare, dove è rischioso introdurre innovazioni radicali. Ancora: è scontato che le imprese debbano innovare il modello di business e non solo il prodotto. Meno scontato è come farlo, ben sapendo che modelli di business multipli potrebbero essere tra loro incompatibili. E la lista potrebbe continuare.

L’esperienza di Maikii offre diversi spunti interessanti su questi temi.

Maikii è leader nella personalizzazione e produzione di chiavette USB e altri accessori elettronici per aziende. Dal 2011 conta anche una divisione retail (Tribe) impegnata nella produzione e distribuzione di prodotti in licenza tra cui le licenze di Star Wars, Disney, Pixar, Marvel e molti altri. Una storia imprenditoriale partita dal garage che però fin da subito conquista i mercati esteri oggi presidiati non solo da Treviso ma anche dalle sedi commerciali di San Francisco e di Hong Kong, insieme a quella produttiva di Shenzen.

«L’idea di personalizzare le chiavette USB è venuta dalla richiesta di un paio di clienti dell’azienda di famiglia. Non c’era nessuna impresa italiana che si dedicava a questo e ne ho parlato a Francesco, siamo amici da sempre, date le sue competenze di design. Abbiamo pensato di fare un sito internet in cui il cliente potesse personalizzare la chiavetta direttamente on-line. Doveva essere un lavoro da fare nel tempo libero, tanto che il nostro business plan prevedeva 50 mila Euro di fatturato nel primo anno. Lo abbiamo raggiunto in un mese con due ordini», dice Matteo Fabbrini, che in quegli anni andava e veniva dalla Cina per fare acquisti per l’azienda di famiglia (attiva nei prodotti per tabaccherie da due generazioni).

«Non siamo stati i primi, ma sicuramente siamo stati i primi a farci trovare», aggiunge Francesco Poloniato.

I due fin da subito avevano intuito le potenzialità di Google e l’importanza di posizionarsi in alto nel motore di ricerca più importante al mondo. Da questa intuizione parte la storia di un’azienda che ha saputo innovare in modo radicale le logiche competitive del suo segmento. Sono gli anni in cui le chiavette si vendono ancora per la loro capacità di memoria. Maikii invece entra nel mercato trasformando un prodotto esclusivamente funzionale in un prodotto emozionale, e ci costruisce attorno uno, anzi due, modelli di business.

Sì, perché la storia prosegue quando nel 2011 grazie all’evoluzione delle competenze di personalizzazione e produzione. Maikii era arrivata a personalizzare le chiavette inserendole nei loghi o nei prodotti delle aziende stesse.

Da lì, il passaggio alle licenze è stato breve. Un cliente retail propone ai due soci non solo di fare le chiavette con il logo dell’azienda ma di farne altre da vendere nei negozi. Partono con delle chiavette a forma di animaletto e il successo è immediato: acquisto di impulso di un prodotto collezionabile. Lo scontrino medio conferma fin da subito la bontà della scelta. Dagli animaletti si passa alle licenze: la prima licenza è quella dei Puffi ma ne seguono tante altre fino alle note storie di Star Wars.

E qui un’altra intuizione dei due soci: il prodotto in licenza pone richieste simili sotto il profilo tecnologico ma canali distributivi, rapporto con le licenze e logiche di acquisto sono completamente diverse. I due modelli di business hanno poco in comune, anzi rischiano di essere incompatibili. È opportuno separare il modello delle licenze da quello tradizionale di Maikii: nasce la divisione Tribe.

Da lì l’evoluzione prosegue.

«Non potevamo continuare a fare solo chiavette usb. Siamo passati alla personalizzazione di altri prodotti elettronici e altri ne seguiranno dall’anno nuovo», confermano Matteo e Francesco.

È stata una serata piacevole, molte domande da parte degli Allievi anche sulla nuova impresa dei due giovani imprenditori: Foodracers, il servizio di food delivery per i ristoranti già attivo in più di venti città italiane, pensato e gestito in modo diverso da chi nel settore era già presente.

Della nuova nata Matteo e Francesco dicono: «non vedevamo l’ora di fare qualcosa di nuovo!».

L’avventura imprenditoriale di Matteo Fabbrini e Francesco Poloniato prosegue, ascoltandoli si ha la netta sensazione che ci siano altre idee imprenditoriali in vista. Ne sentiremo parlare sicuramente.

*Direttore scientifico MBA Imprenditori CUOA Business School