ImpresealCUOA n. 36 - Special Issue del 28 novembre 2017 La community MBA Imprenditori CUOA

«I’m the first and a half generation of Irinox»

ImpresealCUOA, 28 novembre 2017

di Paolo Gubitta*

Katia Da Ros, Vicepresidente di Irinox e Vicepresidente di CUOA Business School, ha presentato il caso Irinox (che appartiene anche al CLUB Member CUOA) al Global Step Summit 2017, convegno internazionale sul Family Business che si è tenuto dall’8 all’11 novembre scorso all’Università della Svizzera italiana (USI) di Lugano. Al convegno ha partecipato anche Paolo Gubitta, Direttore scientifico Area Imprenditorialità di CUOA Business School, che approfondisce alcuni spunti emersi dalla presentazione di Katia Da Ros.


Né di prima generazione, né di seconda generazione: «I’m the first and a half generation of Irinox!», ha esordito Katia Da Ros (Vicepresidente di Irinox) nel suo speech al Global Step Summit 2017 di Lugano lo scorso 8-11 novembre.

Cosa ha voluto dire e quali spunti generali possiamo trarre dal suo incipit?

Irinox viene fondata nel 1989 a Corbanese di Tarzo (Treviso) e oggi è azienda leader nella produzione di abbattitori e surgelatori rapidi e di quadri elettrici, con un fatturato di 50 milioni di euro e 286 collaboratori in Italia (di cui 88 donne, pari al 31%). In quell’anno, Katia completa il suo percorso formativo universitario (prima in Italia e poi negli Stati Uniti) e comincia a muovere i primi passi in azienda. In altri termini, è presente fin dalla fondazione e partecipa indirettamente al percorso di consolidamento e sviluppo della business idea originale.

Da qui, deduciamo il primo spunto di interesse generale:

Quando pensiamo al family business, invece di parlare solo di successione generazionale spostiamo il dibattito sulla convivenza generazionale.

Questo shift ci impone di lavorare sulle pratiche manageriali, per gestire il processo di ibridazione delle competenze che le due generazioni coinvolte in azienda possono apportare al business. È un’operazione culturale che depotenzia il problema della successione tradizionalmente intesa, perché contribuisce a eliminare uno dei suoi presupposti oggettivi: non c’è la staffetta tra generazioni, ma una vera a propria corsa insieme. In pratica, serve un career plan per tutte le generazioni in azienda (anche per quella che dovrà lasciare spazio all’altra).

Se si va su LinkedIn e si scorre il percorso professionale di Katia Da Ros, balza agli occhi in modo immediato la varietà di esperienze accumulate dall’imprenditrice, in particolare al di fuori dell’impresa della famiglia. Di fronte a percorsi di questo tipo, qualcuno liquida velocemente la questione mettendo in evidenza il rischio di defocalizzazione dal job principale. È evidente che potrebbe succedere, ma è più interessante dire che questo è un modo intelligente per maturare una identità di ruolo che prescinde dal cognome che si porta e per sviluppare un network di relazioni che non dipende dalla famiglia a cui si appartiene.

Da qui, deduciamo il secondo spunto di interesse generale:

Nel family business, la preparazione delle generazioni successive alla prima ha bisogno di legittimazione, cioè di maturare una identità professionale a prescindere dal business di famiglia. Ciò significa sperimentarsi in attività diverse, che possono riguardare nuovi business o attività associative o altre forme in cui esprimere l’orientamento imprenditoriale.

Sulla stampa, Katia Da Ros è stata recentemente definita la «Signora del grande freddo», perché la sua azienda ha inventato e realizzato il primo abbattitore di temperatura domestico. Si chiama Fresco con cui inventa un nuovo segmento di mercato: l’abbattitore per la cucina di casa, grande come un forno a microonde e a un prezzo accessibile.

Nel 2016, inoltre, ha firmato un libro dal titolo «Un’imprenditrice in cucina. Ricette tra freschezza e tecnologia».

Questi due elementi vanno visti insieme perché introducono una nuova narrazione del prodotto:

  • politiche commerciali ispirate all’economia dell’esperienza, con la pratica del «party system»: dimostrazioni di gruppo con degustazioni, per far vivere e socializzare il significato di cucina sana e il piacere del palato, invece di limitarsi ad enunciare i contenuti tecnici di «Fresco»
  • azioni di comunicazione che collocano l’utilizzo del nuovo elettrodomestico nella scia del vivere a spreco zero, con accento tanto sugli effetti visibili e misurabili per il bilancio familiare, quanto sulla nostra coscienza di cittadini e consumatori responsabili
  • strategie di sensibilizzazione, con la presenza in reality show di cucina condotti da chef stellati, che utilizzando gli abbattitori ne nobilitano le potenzialità: un viatico verso la «Haute Cuisine accessibile» per quelli già esperti ai fornelli, ma anche un evidente messaggio di prodotto «easy to use» per tutti gli altri.

Da qui, deduciamo il terzo spunto di interesse generale:

Anche nel family business, come in tutti gli altri ambiti dell’economia e della società, dare opportunità alle nuove generazioni apre scenari interessanti.

Su questi temi, torneremo nel 2018 con le nuove iniziative di Famiglie Imprenditoriali e con il progetto Family Business Chapter.

 

*Direttore scientifico Area Imprenditorialità CUOA Business School