ImpresealCUOA n. 39 del 12 febbraio 2018 La community MBA Imprenditori CUOA

Pettenon Cosmetics tra le quotabili 2017. Ma cosa significa quotarsi?

ImpresealCUOA, 12 febbraio 2018

di Diego Campagnolo*

È di qualche giorno fa la notizia del nuovo report di Pambianco (in collaborazione con Ernst & Young), sulle aziende quotabili del settore moda e lusso del 2017. Tra le novità di quest’anno, una in particolare interessa la nostra Community, ovvero l’ingresso per la prima volta di Pettenon Cosmetics attraverso AGF88 Holding del nostro Allievo MBA Imprenditori 12 (2017-2019) Gianni Pegorin che gestisce l’azienda insieme al fratello Federico e al papà Arturo.


Pettenon Cosmetics opera nel mercato del professional hair & skin care attraverso i marchi Alter Ego Italy, Echosline, Inebrya, Byotea, Fanola e Rivit. L’azienda, che ha il suo headquarter nel padovano, è presente in oltre 90 Paesi in 5 continenti, ha un export pari al 64% del fatturato (oltre 90 milioni di euro nel 2016) e vanta più di 1.200 clienti nel mondo.
La notizia della sua quotabilità ci consente di formulare alcune considerazioni rispetto all’opportunità di quotarsi.
Quotazione significa sostanzialmente apertura. Questo non solo perché una parte del capitale proprio viene collocata sul mercato azionario ma anche perché si decide consapevolmente di aprirsi al giudizio e alla valutazione degli investitori. Questo passaggio implica trasparenza sui dati, sulla strategia, sulla governance e sull’organizzazione. Per l’imprenditore significa che in tutte le sue scelte dovrà rendere conto preventivamente ed ex-post a tutti gli azionisti, anche a quelli con i quali non avrà un rapporto “diretto”.
Messa in questi termini, la quotazione può apparire più un vincolo che un’opportunità. Tuttavia, i vantaggi dell’apertura del capitale sono altrettanto rilevanti. La quotazione è uno strumento per la crescita, sia per ottenere nuove risorse finanziarie, sia per avere accesso a risorse manageriali. In entrambi i casi (sempre che la quotazione preveda un aumento di capitale) si tratta di risorse aggiuntive alle quali difficilmente l’azienda potrebbe avere accesso. Per questo la quotazione è un’opportunità per raggiungere obiettivi sfidanti che superano quelli raggiungibili con le sole risorse dell’impresa.
Quotarsi è per un’azienda un po’ come giocare in Serie A per una squadra di calcio. È chiaro che raggiunta la massima serie si ha accesso a risorse (sotto forma di diritti televisivi) che non sono le medesime delle altre serie. Inoltre, giocare in serie A significa guadagnare più facilmente il favore di giocatori di livello che fino a prima non avrebbero preso in considerazione la stessa squadra (i recenti acquisti del Benevento lo testimoniano). Questo parallelo vale anche e soprattutto per i manager nel caso di una quotazione. Da un lato dirigere un’azienda quotata richiede competenze superiori, pensiamo per esempio a quelle finanziarie, dall’altro un’azienda quotata è in grado di attrarre i manager più capaci, che difficilmente prenderebbero in considerazione la stessa azienda, in particolare quando questa è distante dai principali centri urbani o finanziari.
Resta inteso che la quotazione è uno strumento e non è, in alcun caso, un obiettivo. Il valore del titolo rappresenta il valore, scontato, dei flussi di cassa futuri dell’azienda. I flussi di cassa futuri sono il risultato della strategia, degli obiettivi e della capacità dell’azienda di fare una corretta execution della strategia. Per questo motivo il prezzo riassume tutte le informazioni disponibili sull’azienda e sui suoi progetti futuri, sia quelli realmente comunicati sia quelli percepiti (i cosiddetti rumors). In definitiva, la quotazione è uno strumento a supporto dell’esecuzione della strategia, quella definita, comunicata e realmente eseguita. Non fosse chiaro, sarà il mercato stesso a ricordarlo, quotidianamente.

*Direttore scientifico MBA Imprenditori CUOA

FOTO: “Brooklyn” ©massimogreggio