ImpresealCUOA, n. 42 del 10 aprile 2018 La community MBA Imprenditori CUOA

Alternanza scuola lavoro: un ponte ben progettato?

ImpresealCUOA, 10 aprile 2018

di Simone Baghin*

Non passa giorno senza sentir parlare, a volte bene e altre male, di Alternanza Scuola Lavoro. Simone Baghin, (Faculty Member MBA Imprenditori e consulente del lavoro), analizza in estrema sintesi che cos’è l’alternanza scuola lavoro e soprattutto quali sono le opportunità, economiche e non, per le aziende che si offrono ad ospitarla.


Da un lato si discute che il mondo del lavoro in Italia è in continua mutazione alla ricerca di una propria identità in grado di adattarsi ai nuovi scenari; dall’altro si accusa la scuola delle proprie carenze strutturali, del fatto che non è in grado di preparare nel modo giusto, della troppa teoria e poca pratica, delle materie obsolete non in linea con le esigenze del mondo del lavoro e, soprattutto, dei pochi o inesistenti collegamenti con il mondo del lavoro e le aziende.
Per avvicinare questi due mondi, paradossalmente così vicini e lontani allo stesso tempo, è stata introdotta, replicandola con alcune modifiche dal sistema tedesco, l’Alternanza Scuola Lavoro anche in Italia. Dal 2015 è diventata esperienza obbligatoria nel percorso di studi per gli studenti delle scuole superiori, ai quali viene chiesto, a partire dal terzo anno, di svolgere un periodo di lavoro in azienda.

A cosa serve e chi deve farla?
Alternare lo studio a periodi di lavoro serve agli studenti delle scuole superiori a capire meglio le loro attitudini e se queste sono “spendibili” in un ambiente di lavoro; serve a far capire loro nella sostanza quello che hanno appreso a livello teorico durante le lezioni a scuola; serve a prepararli ad entrare in un mondo del lavoro che sta cambiando a velocità stratosferica.
Sono obbligatoriamente tenuti all’alternanza scuola lavoro tutti gli studenti iscritti alle scuole superiori – licei, istituti tecnici e professionali – a partire dal terzo anno. Il percorso, dopo la riforma della Buona scuola del 2015, è diventato obbligatorio.

Quali aziende possono ospitare gli studenti?
Possono candidarsi a diventare aziende ospitanti, stipulando convenzioni con le scuole, le imprese e le associazioni di rappresentanza, le camere di commercio, gli enti pubblici e privati e il terzo settore.
Strutture in grado di accogliere concretamente e utilmente gli studenti al fine di aiutarli nel loro percorso scolastico di avvicinamento al mondo del lavoro e non aziende improvvisate alla ricerca di forza lavoro gratuita. Aziende che guardano, con lungimiranza, al proprio futuro beneficiando di una opportunità per testare e in alcuni casi preselezionare i possibili lavoratori del futuro; in un mondo del lavoro come quello attuale dove abbiamo più lavori che lavoratori, questo progetto consente di investire sul propri futuro.

Quando è possibile farla e quanto dura?
L’esperienza dell’alternanza comincia al 3° anno delle scuole superiori; viene lasciata libertà sul periodo in cui svolgerla: è possibile infatti scegliere di farla nel corso dell’anno scolastico, durante le lezioni o durante le vacanze. Dura tutto il triennio e la sua durata in ore varia a seconda del tipo di scuola che lo studente frequenta: 200 ore nei licei; 400 ore negli istituti tecnici e professionali.

Alternanza scuola lavoro: come funziona?

  1. Scelta del percorso – Il primo passo per lo studente che si approccia all’alternanza è quello di scegliere un percorso personalizzato che lo porterà, in base alle proprie attitudini, in una precisa azienda; nella scelta è affiancato da un tutor scolastico, che seguirà poi il ragazzo in tutte le fasi dell’esperienza.
  2. Incontro con l’azienda e il tutor – Lo studente viene invitato a incontrare l’azienda, visitandone gli spazi e conoscendone le persone al suo interno. Conoscerà soprattutto il tutor aziendale, la persona che lo seguirà durante il percorso e con cui, prima di iniziare, farà un colloquio. Per tutta la durata dell’alternanza, lo studente sarà seguito da due diversi tutor: uno scolastico (individuato tra i docenti della scuola) e uno aziendale (scelto tra i dipendenti dell’azienda che lo accoglie).
  3. Il piano formativo – Prima di cominciare a “sporcarsi le mani”, lo studente, la scuola e l’azienda devono stipulare un patto formativo, che descriva nel dettaglio tutto ciò che l’alunno svolgerà e le modalità di svolgimento; si tratta di una sorta di contratto “formativo” che una volta firmato: posizionerà lo studente sulla linea di partenza; vincolerà l’azienda al rispetto dei diritti dello studente e a rendere la sua esperienza davvero formativa.
  4. Svolgimento dell’alternanza – L’alternanza entra nel vivo e allo studente viene richiesto di seguire un corso di formazione sulla sicurezza sul lavoro; solitamente è un corso e-learning, quindi per via telematica.
  5. Valutazione finale – Oltre al monitoraggio periodico, per lo studente e l’azienda è prevista una valutazione finale. La scuola e l’azienda daranno una sorta di “voto” complessivo sull’esperienza dello studente e gli rilasceranno un Certificato delle competenze. Allo stesso modo, anche l’azienda dovrà essere valutata: lo studente infatti dovrà dare il proprio voto all’esperienza fatta, provando che davvero sia stata formativa e non uno sfruttamento a costo zero.

Gli aspetti normativi e gestionali dell’alternanza
Innanzitutto, è bene precisare che l’alternanza non è in alcun modo considerata un rapporto di lavoro; non è infatti previsto alcun compenso o retribuzione, fermo restando che gli studenti durante l’ospitalità dell’azienda potranno beneficiare di alcune agevolazioni messe a disposizione, quali ad esempio la mensa o i buoni pasto; il tutto a discrezione del soggetto ospitante. Le eventuali spese di vitto e alloggio sostenute sono invece a carico della scuola.

Ci sono incentivi o sgravi per l’assunzione degli studenti al termine dell’alternanza?
Una esperienza di alternanza scuola lavoro fatta bene può diventare non solo per lo studente una possibile proposta di lavoro al termine del percorso scolastico ma anche per l’azienda ospitante una opportunità di inserire un giovane neo lavoratore che ha già conosciuto l’ambiente di lavoro in genere e nello specifico l’azienda.
Al fine di incentivare le assunzioni post alternanza, la legge di bilancio 2018 ha previsto un esonero contributivo totale nella misura del 100% dei contributi previdenziali Inps a carico dei datori di lavoro (no Inail) nei confronti di quei datori di lavoro privati che assumono, entro 6 mesi dall’acquisizione del titolo di studio, studenti che hanno svolto presso il medesimo datore attività di alternanza scuola lavoro pari almeno al 30% delle ore di alternanza scuola lavoro.
Senza contare poi la possibilità per l’azienda di fruire delle agevolazioni contributive, normative e retributive collegate al contratto di apprendistato professionalizzante che è possibile stipulare con il giovane neo diplomato.

*Faculty Member MBA Imprenditori