ImpresealCUOA, n. 42 del 10 aprile 2018 La community MBA Imprenditori CUOA

Studi professionali che investono in start-up innovative: il caso Kopjra

ImpresealCUOA, 10 aprile 2018

di Maurizio Casalini ed Elena Zambon*

L’evoluzione digitale e la regolamentazione della gestione dei dati cambiano i modelli di business delle aziende, e non solo: anche gli studi professionali, per assistere al meglio i propri clienti, devono attrezzarsi di conseguenza, come spiegano il commercialista Maurizio Casalini e l’avvocato Elena Zambon, entrambi Faculty Member MBA Imprenditori.


Il mondo della consulenza legale e tributaria, settore fortemente maturo, richiede una rilevante revisione del modello di business. Lo svolgimento di tali attività con le modalità tradizionali, accettabili fino a pochissimi anni fa, non consente agli studi professionali di presentare alle aziende clienti una value proposition coerente con l’evoluzione digitale che hanno conosciuto in modo repentino le imprese negli ultimi anni. La principale esigenza è la gestione delle informazioni e del know how che ne deriva e la loro tutela. L’evoluzione normativa in materia, con l’adozione del Regolamento UE 2016/679 (GDPR) ha apportato notevoli cambiamenti a cui le aziende devono adeguarsi a breve, ma lo sviluppo della regolamentazione in quest’ambito è solo agli inizi.
Gli studi professionali devono così non solo adeguarsi ad un ambiente completamente diverso, ma, per mantenere la loro competitività, devono acquisire strumenti innovativi per gestire al loro interno questi profili e da mettere a disposizione dei loro clienti.
A marzo 2018, abbiamo assistito al Datagate che ha coinvolto Facebook, che ha abusato di dati messi inconsapevolmente a disposizione da privati ed aziende, che hanno subito così una indebita manipolazione nei loro comportamenti. A questo tipo di abusi e a tanti altri è soggetta ogni azienda che opera tramite il web, così come l’utilizzo di piattaforme di e-commerce per collocare sul mercato prodotti al di fuori dei canali consentiti. Gli studi legali devono quindi attrezzarsi per assistere e tutelare i loro clienti in questi ambiti.
Sono queste considerazioni ad aver spinto il nostro studio legale tributario (Studio Casalini Zambon), prima ad avviare una nuova area di specializzazione nel diritto di Internet e delle nuove tecnologie e poi, con un veicolo ad hoc, a fare un investimento per entrare nel capitale di Kopjra, start-up innovativa vicentina con sede operativa a Bologna, operante nei settori dell’informatica forense e delle tecnologie legali, specializzata nella protezione della proprietà intellettuale e della privacy su Internet. La società è stata fondata ed è gestita da Tommaso Grotto (CEO), Emanuele Casadio (CTO) e Matteo Scapin (CMO), che guidano un team di otto persone, giovane ma con competenze specialistiche, che ha condiviso un percorso professionale di oltre 10 anni prima di approdare a Kopjra.
Kopjra ha realizzato una delle più avanzate piattaforme SaaS (Software as a Service) in Europa dedicata alla protezione di prodotti tutelati da diritto d’autore, con particolare riferimento a cinema, TV, sport, musica, editoria, software e videogame.
È chiamata frequentemente in qualità di CTP (Consulente Tecnico di Parte) a supporto di contenziosi aventi ad oggetto illeciti commessi online. Ha ideato e organizza Legal Tech Forum, conferenza e portale divulgativo su tematiche connesse alle tecnologie legali. Sul piano strategico, sta avviando nuove linee di business, dall’anti-pirateria, all’anti-contraffazione, alla protezione contro gli illeciti online, come ad esempio i casi di cyberbullismo, revenge porn, diffamazione.
Anche per le professioni liberali, come commercialisti e avvocati, nel prossimo futuro crescerà la necessità di ibridare le competenze consolidate con quelle digitali e con i nuovi approcci per relazionarsi con clienti sempre più esigenti.

*Faculty Members MBA Imprenditori