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Tassullo Materiali: economia circolare e valore dai vuoti di cava

10 settembre 2019

di Paolo Gubitta*

Tassullo, l’azienda trentina guidata dal trentenne Roberto Covi (alumno MBA Imprenditori 12, 2017-2019), è un caso da manuale per due ragioni: è un caso di re-start dopo una crisi e adotta una originale strategia ispirata all’economia circolare. Ne ha parlato Paolo Gubitta, direttore scientifico di CEFab by CUOA, nella rubrica Lepri del Nord Est su Corriere Imprese di agosto 2019.

Dalla sua fondazione nel 1909 e fino alla sentenza di fallimento del tribunale di Trento n. 65/2016 avvenuta al termine di un vertiginoso ridimensionamento (gli oltre 35 milioni di euro di fatturato del 2011 sono diventati 7,5 nel 2016), la trentina Tassullo Materiali ha «costruito» la sua storia sulla qualità della calce idraulica naturale, estratta dalle miniere di dolomia della Val di Non. 

La tormentata vicenda giudiziaria (prima il fallimento, poi la sua revoca) si è conclusa positivamente con l’offerta di Miniera San Romedio, che l’ha rilevata. Da marzo 2018, la rinascita dell’azienda è guidata dall’ingegnere trentenne Roberto Covi, componente della famiglia proprietaria di Covi Costruzioni, azionista di maggioranza relativa e capofila della cordata di imprenditori locali riuniti in Miniera San Romedio per salvare Tassullo.

Unicità e brand

Il re-start di imprese in crisi è una pratica che si è diffusa dopo la crisi del 2008 e che, oltre ai posti di lavoro, spesso evita anche che si perda per sempre il valore di risorse materiali e immateriali «di gran pregio». 

Nel caso di Tassullo, la risorsa materiale più importante è la calce idraulica naturale, disponibile in quantità pressoché inesauribili, che ha caratteristiche di unicità tali da fornire un potenziale vantaggio competitivo inimitabile a chi la estrae. Ad essa si aggiunge la «reputazione di eccellenza» che l’azienda si era conquistata per aver fornito i materiali per il restauro di edifici storici come l’Arena di Verona e le Terme di Diocleziano a Roma. Il combinato disposto di questi fattori è un classico «asset nascosto», che solo le persone più smart (non nel senso digitale del termine) sanno prima cogliere e poi valorizzare.

Una casa non vale l’altra

In più occasioni pubbliche, Roberto Covi ha ribadito che il futuro dell’abitare sta nella salubrità e nella sostenibilità, e siccome la calce idraulica naturale è un’alternativa sostenibile e bio-compatibile all’egemonia del cemento nell’edilizia, il trentenne amministratore delegato ha deciso di implementare una strategia centrata su questi fattori, puntando sul restauro storico conservativo e sulla bioedilizia. 

In termini gestionali, ciò implica un deciso spostamento degli investimenti in attività di ricerca e di sviluppo di nuove soluzioni e prodotti che nobilitino la materia prima, unica al mondo, e valorizzino il fatto che essendo estratta direttamente da cave sotterranee è priva di impatto sull’ambiente esterno.

Vuoto per pieno

In Tassullo, l’orientamento alla sostenibilità si manifesta anche con una forma originale di «economia circolare». Una volta svuotate, le cave diventano «scarto» e in genere vengono abbandonate (economia lineare). In questa azienda, invece, già da qualche anno i vuoti di cava sono «riutilizzati» come celle sotterranee per la conservazione delle mele, con un duplice vantaggio: per l’ambiente, perché ci saranno meno emissioni per generare il raffreddamento; per l’azienda, perché può «estrarre» altro valore da questo asset. 

Si tratta di un business parallelo con potenziali sviluppi molto interessanti. Il vuoto di cava, infatti, è una risorsa che può svolgere la stessa funzione (raffreddare) per le esigenze di vari settori (la conservazione nell’alimentare, il raffreddamento nell’informatica e così via) e quindi è facilmente «trasferibile» da un business all’altro.

Sindrome del sopravvissuto

A dicembre 2018, nove mesi dopo il salvataggio, Roberto Covi ha incontrato le maestranze qualificandole come coloro che «hanno creduto al rilancio dell’azienda». È un modo esemplare per eliminare la «sindrome del sopravvissuto» che aleggia tra chi resta in aziende salvate last minute e per dimostrare che l’azienda ha a cuore il benessere di chi lavora. 

È la premessa necessaria per realizzare progetti ambiziosi. Sapere che protagonista di questa azione è un trentenne, ci fa dire che siamo davvero in buone mani.

*Direttore scientifico di CEFab by CUOA