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Focus group ricerca Be International, Be Digital: obiettivi e ostacoli della trasformazione digitale

Nell’ambito della ricerca Be International Be Digital, venerdì 10 gennaio 2020, otto Allievi e Alumni MBA Imprenditori hanno partecipato a un focus group finalizzato a far emergere i diversi punti di vista su obiettivi e ostacoli della trasformazione digitale e sui suoi effetti sull’internazionalizzazione. Sintetizziamo in questo articolo i principali takeaway.

La ricerca Be International. Be Digital, condotta da CUOA Business School, insieme ai partner di progetto Tonucci & Partners – Studio Legale associato e Bonucchi & Associati, indaga la relazione tra trasformazione digitale delle imprese e sviluppo internazionale. Nell’ambito della ricerca si è recentemente realizzato un focus group che ha coinvolto otto imprenditrici e imprenditori, Allievi e Alumni MBA Imprenditori, le cui aziende sono direttamente attive, in varie forme, nei mercati internazionali anche con filiali extra UE: nelle Americhe, in Asia e Africa.

Dal gruppo di lavoro è emersa una piena consapevolezza dell’imprescindibile necessità di gestire la trasformazione digitale nelle proprie organizzazioni per stare al passo con i competitors.

Tutte le aziende rappresentate hanno già intrapreso un percorso verso la trasformazione digitale. Alcune in maniera più spinta, con l’obiettivo di integrarsi maggiormente con il proprio cliente adoperandosi per sostenere anche l’evoluzione digitale di quest’ultimo oppure attraverso un maggior controllo sui propri macchinari installati presso l’utilizzatore e connessi in digitale, con lo scopo di riuscire a proporre nuovi servizi di manutenzione predittiva o assistenza da remoto.
Altre aziende invece si sono poste l’obiettivo di sfruttare il digitale per incentivare l’efficientamento, la riduzione degli errori e il risparmio di risorse oppure sono state letteralmente travolte dalla digitalizzazione a seguito dell‘ingresso in nuovi settori digital-driven. Per riuscire a servire appropriatamente i nuovi clienti hanno dovuto ripensare i propri processi in ottica digital.

Non è ancora del tutto chiaro alle imprese come poter utilizzare appieno le potenzialità dei nuovi strumenti digitali e come interpretare la mole di dati prodotta dall’introduzione di questi ultimi.

Tra le note dolenti il gruppo di lavoro evidenzia compatto il fatto che la digital transformation richiede tempo, importanti investimenti e una visione strategica sul lungo termine.
Capita a volte, inserendo strumenti nuovi e magari non del tutto noti a priori, di sbagliare investimento (ad esempio acquistare un gestionale non adeguato) ma questo fa parte del rischio imprenditoriale. In questo ambito non ci si può fermare né procrastinare.
In alcuni casi, anche nel ricco Nord Est, è addirittura l’azienda stessa a doversi fare carico delle spese per la realizzazione delle infrastrutture necessarie a portare il digitale all’interno dello stabilimento (banda larga). Paradossalmente, le medesime imprese con stabilimenti in Est Europa non incontrano questo tipo di ostacoli ma, al momento dell’insediamento, trovano già tali i servizi a propria disposizione.

L’era del digitale è l’era delle persone.

Un altro output interessante emerso dal focus group è il rapporto tra il digitale e il fattore umano visto da diverse angolature:
– dal management giovane che introduce il digitale per “svecchiare” l’immagine dell’azienda e aumentare l’engagement dei clienti fino al punto di valutare l’opportunità di accorciare il proprio canale distributivo
– alla necessità di introdurre figure professionali nuove ed esperte (IT Specialist e Digital transformation manager) che, oltre ad interpretare le esigenze aziendali, a contribuire a definire e gestire la strategia digitale con l’imprenditore, si adoperino per farsi promotori del cambiamento e portare a bordo il resto del team. È quindi possibile che emerga una nuova dualità interna con la conseguente necessità di gestire da un lato la potenziale resistenza della popolazione aziendale matura verso il nuovo che avanza e dall’altro l’urgenza di proporsi come azienda aperta alla trasformazione digitale per attrarre e trattenere i giovani born digital, nati e cresciuti in un mondo in continua evoluzione.

In generale, tra i principali effetti della trasformazione digitale sulle attività internazionali dell’impresa, gli Alumni segnalano di trovarsi ad affrontare i consueti competitors anche in mercati lontani, sinonimo del fatto che il digital amplifica le opportunità e, come già sostenuto in precedenti articoli di questo blog, riduce le distanze.

Inoltre, l’avere il cliente a portata di clic modifica radicalmente il modo di interagire e comunicare con il proprio target. Si renderà quindi sempre più urgente e necessario individuare i corretti strumenti/canali di comunicazione in uso nei diversi Paesi e adeguare i contenuti ad una comunicazione breve, rapida ed estremamente mirata. Tale logica vale anche nei confronti del cliente interno: gli strumenti digitali, se adeguatamente gestiti, possono favorire il rapido e corretto passaggio delle informazioni nella community aziendale aumentando l’engagement dei collaboratori che operano all’interno di filiali lontane.

Tutti i risultati della ricerca Be International. Be Digital verranno condivisi in un evento divulgativo che organizzeremo nei prossimi mesi al CUOA insieme ai Partner di progetto. Stay tuned!