Finanza d'Impresa

L’esperienza della quotazione in borsa e il ruolo del finance: il caso Gibus

Intervista a Federico Bolcato, CFO Gibus S.p.A.

Gibus è un’azienda padovana, leader nel segmento dell’outdoor design di alta gamma con la produzione di tende da sole, pergole e sistemi per la copertura di esterni.
La storia di Gibus è quella di un’azienda familiare che ha vissuto negli ultimi anni processi di forte trasformazione con l’ingresso nel 2016 di un fondo di Private Equity (con quota di minoranza), il successivo riacquisto della quota nel 2018 da parte della famiglia proprietaria e la quotazione al segmento AIM di Borsa Italiana nel mese di giugno 2019.
Il tema della quotazione in Borsa e del ruolo del Finance a supporto di tale processo è l’oggetto dell’intervista a Federico Bolcato, CFO di Gibus con un ruolo di primo piano, a supporto della famiglia proprietaria, nelle scelte strategiche e di business dell’azienda.

Quali sono state le regioni e le motivazioni che hanno spinto Gibus alla quotazione in Borsa?

Le motivazioni sottostanti al processo di quotazione di Gibus S.p.A. sono molteplici e possono essere definite come la continuazione di un processo culturale dell’azienda a supporto del passaggio generazionale della proprietà di maggioranza.

La quotazione su AIM Italia è stata una scelta chiave per il futuro dell’azienda perché ha aperto a soluzioni e scenari competitivi sempre più complessi e ha dato supporto a progetti di crescita, di visione strategica, di visibilità e di rafforzamento patrimoniale.

Basti pensare che il bilancio 2018 (pre-quotazione) presentava un fatturato di circa € 34 mio, mentre il 2020 si è chiuso con un fatturato di € 45 mio e il fatturato della semestrale 2021 risulta pari a €35,5 mio con una crescita del 100% rispetto alla semestrale 2020 e del 60% rispetto alla semestrale 2019.

Questi risultati ovviamente non sono frutto della quotazione, ma la quotazione ha supportato questo importante piano di espansione strategico e commerciale.

Potremmo schematizzare i principali driver che ci hanno guidato in questo percorso in questo modo:

  • continuare il percorso culturale iniziato con il private equity (evolvendolo) e supportare il passaggio generazionale
  • differenziare le fonti di finanziamento
  • accelerare il percorso di crescita organica e se possibile per linee esterne
  • finanziare e incentivare la ricerca e sviluppo di prodotto oltre che spingere il percorso di digitalizzazione dell’azienda internamente ma soprattutto verso i propri clienti
  • brand awardness / visibilità e standing

Come è stato preparato e gestito il processo di quotazione in Gibus?

Iniziamo subito con il dire che il processo di quotazione non è facile. Non è facile, con particolare riferimento alle PMI, in quanto è necessario e fondamentale avere una solida strutturazione finanziaria e un controllo di gestione almeno sufficiente che permetta di incontrare i requisiti di trasparenza e informazione che gli investitori richiedono.

Il nostro percorso di quotazione è iniziato con il primo kickoff con tutti gli attori del processo a luglio del 2018 e si è concluso con la quotazione a giugno 2019. Quest’ultima era prevista a fine 2018; tuttavia una situazione avversa del mercato azionario ha reso opportuno attendere la fine del semestre successivo.

Il processo di quotazione ha previsto un assorbimento importate della risorsa tempo sia per me che per gli amministratori delegati, oltre che un coinvolgimento di molti attori. Quest’ultimi sono stati almeno otto tra: advisor finanziario, nomad, global coordinator, società di revisione, advisor fiscale, advisor legale e altri vari.

L’aspetto fondamentale di questa fase è stata la nostra esperienza pregressa in termini di strutturazione del controllo gestione e della funzione di planning e reporting. Infatti, la precedente esperienza con un fondo di private equity ha visto come area tematica di maggiore evoluzione il sistema di pianificazione, reporting e controllo di gestione. La presenza di consiglieri esterni nel Consiglio di Amministrazione ha comportato la necessità di adottare degli standard di rendicontazione e di pianificazione completamente diversi rispetto ai metodi precedentemente utilizzati.

Questo ci ha quindi resi pronti a rispondere a tutte le richieste degli advisor oltre che degli investitori.

Se devo pensare alla fase più interessante di questo processo sicuramente è la fase di road show. Questa fase è il vero “core” del processo di quotazione e prevede incontri one to one con i singoli investitori al fine presentare il proprio progetto finalizzato alla raccolta di risorse finanziarie in fase di sottoscrizione dell’IPO.

Come è cambiata la vita dell’azienda nel momento in cui è diventata un’impresa quotata?

Lato business onestamente non è cambiato molto. La quotazione non ha impatti diretti sulla gestione aziendale e non vi sono interferenze particolari su di essa.

Sicuramente ci sono dei paletti da rispettare in termini di diffusione delle informazioni e di rendicontazione agli azionisti, me se ben organizzati e supportati dagli opportuni consulenti non vi sono oneri troppo gravosi.

In realtà si è confermata l’ottima vetrina internazionale offerta dalla quotazione sia in termini finanziari che commerciali.

Qual è stato il ruolo del CFO nella decisione e nella gestione del processo di quotazione e qual è oggi il ruolo nel momento in cui l’azienda è aperta al mercato e al mondo degli investitori?  

Il ruolo del CFO è un ruolo chiave in tutto il percorso. Chiave nel senso che deve essere di supporto alla proprietà e al tempo stesso attore principale nel gestire il processo di quotazione nelle sue varie fasi coordinando i vari consulenti e gli investitori.

Il CFO deve dettare i tempi sia durante che dopo il processo di quotazione monitorando e gestendo tutti gli adempimenti obbligatori e non verso Borsa Italiana e verso gli investitori.

In fase decisionale la mia funzione ritengo sia stata fondamentale. Ricordo ancora quando proposi la quotazione come supporto al futuro piano di crescita. Fu presa come uno scherzo. Poi però abbiamo analizzato e approfondito l’argomento e abbiamo anche approfondito la presenza del credito di imposta pari al 50% dei costi di quotazione.

Il mondo dei consulenti di Milano era da noi lontano; tuttavia mi scaricai i documenti di ammissione delle ultime quotazioni e chiamai uno ad uno tutti gli advisor finanziari che ho trovato… da lì tutto è partito.

Come detto in precedenza, la funzione AFC è soggetto chiave in un processo di quotazione e non può essere improvvisata. La nostra fortuna è stata appunto di aver avuto un buon periodo di rodaggio pre-quotazione del nostro sistema di controllo di gestione che ci ha trovati preparati alle varie richieste.

Il principio base che deve guidare il CFO e l’azienda tutta, sia in pre, ma soprattutto post-quotazione è la trasparenza e l’inclusione degli investitori.

Un’informativa efficace e chiara è il presupposto per impostare su basi solide e durature il rapporto tra impresa e stakeholder. Questa è la linea guida che Gibus S.p.A. persegue nelle attività di rendicontazione considerando l’informativa finanziaria (e non) un imprescindibile strumento di trasparenza e di informazione per i nostri investitori e i nostri stakeholder.

Crediamo nella condivisione e nello scambio di informazioni e per questo motivo la nostra attività di rendicontazione è preparata, oltre che in compliance con le normative di riferimento, senza timore di condividere informazioni con il mercato.

Crediamo che il ruolo della comunicazione economico-finanziaria consenta di rafforzare le relazioni tra impresa e sistema finanziario attraverso un’opportuna rappresentazione delle capacità aziendali nel creare valore.

La strategia comunicativa prevede l’utilizzo degli strumenti obbligatori legati allo status di società quotata quali: comunicati stampa ad hoc, presenza dell’investor relator e pubblicazione sulla sezione investor delle presentazioni aziendali.

Oltre a queste attività cerchiamo di contribuire alla distribuzione delle informazioni:

  • promuovendo la diffusione dei dati tramite i canali media;
  • partecipando a specifici investor day e meeting con investitori;
  • organizzando Gibus investor day;
  • adottando almeno due coperture sul titolo (analyst coverage) da parte di analisti indipendenti

A distanza di circa 2 anni dallo sbarco in Borsa, quale può essere il giudizio sulla scelta effettuata e sul percorso intrapreso, anche con eventuali aspetti migliorativi?

Abbiamo da poco superato il secondo anniversario dalla quotazione e il bilancio ad oggi non piò che essere positivo.

Ovviamente il giudizio positivo è alimentato dal favorevole momento di business già introdotto all’inizio, tuttavia, anche la quotazione in borsa sta regalando soddisfazioni. Rispetto al prezzo di IPO fissato ad €6 oggi l’azione Gibus presenta un valore pari ad €13,5 ad azione con un incremento superiore al 100%.

Gli aspetti positivi non si limitano a questo in quanto la quotazione ci ha permesso di aver una maggiore facilità di accesso al credito grazie alla trasparenza e alle informazioni diffuse che sono molto gradite al mondo bancario.

La quotazione ha inoltre permesso di rafforzare il posizionamento come leader del settore a livello nazionale e tra i più qualificati a livello internazionale sia in termini di prodotto che di brand awardness.

Per quanto riguarda gli aspetti migliorativi sicuramente il lavoro da fare è molto. Il mercato AIM è relativamente giovane e la sua fase espansiva è iniziata negli ultimi cinque anni. Per contribuire a facilitare un processo di cambiamento abbiamo aderito ad AssoAIM, l’Associazione di categoria delle società quotate sul mercato AIM Italia.

Tra i principali punti di attenzione vi sono:

  • aumento dei costi iniziali e di permanenza ampliando il divario tra i costi di finanziamento tra società quotate e non quotate;
  • elevata burocratizzazione ed over-regulation che rende necessario un intervento legislativo volto a semplificare il quadro normativo.