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Non è solo la crisi economica ad aver reso più comuni i processi di ristrutturazione

a cura di Paolo Masotti *

CUOA_Adacta
Le dinamiche economiche sono sempre più rapide. Il petrolio è crollato del 50% in 12 mesi, dando respiro alle aziende che operano in settori energivori e, allo stesso tempo, creando forti tensioni in altri settori. In pochi avrebbero pensato, 12 mesi fa, di vedere gli operatori americani nello shale gas e oil in crisi per il crollo dei prezzi o il settore del fotovoltaico affrontare una crisi di dimensioni strutturali.

La rapida evoluzione del contesto normativo bancario con Basilea 2 e 3 e lo spostamento della vigilanza sotto EBA e BCE hanno reso il processo di erogazione del credito sempre più rigoroso, formalizzato e selettivo. Oggi gestire i rapporti con gli istituti di credito richiede competenze tecniche, che fino ad alcuni anni fa erano necessarie solo per gestire realtà aziendali complesse di grandi dimensioni.

Messi insieme, scenari macro economico negativi e dinamiche di settore avverse in alcuni casi rendono  necessario intraprendere percorsi di ristrutturazione industriale. In queste situazioni, gestire il rapporto con il sistema finanziario diventa una variabile chiave, in particolare quando è necessario negoziare una ristrutturazione anche finanziaria.

Negli ultimi anni, complici la crisi, le dinamiche economiche e finanziarie e l’evoluzione normativa, abbiamo assistito ad un consolidamento delle metodologie e delle prassi dei processi di ristrutturazione. Piani di ristrutturazione, turn around, convenzioni bancarie e art. 67 sono diventati termini ad utilizzo comune.

Un’attenta analisi aziendale e una immediata azione correttiva possono essere fondamentali per salvare la vita di un’Azienda e frenare la fase di declino.
Alcuni squilibri aziendali e alcune inefficienze interne possono costituire i primi segnali di crisi aziendale: per esempio la capacità reddituale dell’azienda inizia ad indebolirsi e i flussi finanziari registrano degli squilibri.
Constatata la fase di declino, l’applicazione di uno valido modello per il controllo della cassa e una maggiore focalizzazione sul business profittevole sono alcune delle azioni che possono essere applicate per il risanamento aziendale; queste azioni, accanto a diverse altre strategie, costituiscono un valido piano di interventi attuabili per riprendere il governo dell’Azienda.

Proprio per la costatazione che la crisi può essere una fase del ciclo di vita dell’aziende e dei settori e che le competenze manageriali per gestire la crisi sono competenze specialistiche, con l’obiettivo di favorire la diffusione e l’evoluzione delle metodologie e delle prassi per affrontare la ristrutturazione, il CUOA assieme ad Adacta, ha elaborato un percorso formativo “Ristrutturazioni aziendali e rilancio del business: strategie, approcci e strumenti” che attraverso 5 incontri di 4 ore affronterà tutti gli aspetti dei processi di turn around.

Il corso è rivolto a Amministratori Delegati, Direttori Generali e Direttori Finanziari. La docenza mista tra docenti della Faculty CUOA e consulenti specializzati permetterà ai manager di integrare il proprio backgroud manageriale con competenze specifiche che riguardano i processi di ristrutturazione e rilancio dell’azienda.

*Responsabile del Dipartimento Consulenza di direzione, pianificazione, controllo di gestione e finance di Adacta Studio Associato