Finanza d'Impresa

Risparmio, investimento e cultura finanziaria: la lezione della crisi degli ultimi anni

di Francesco Gatto*

Quanto accaduto negli ultimi tempi nel mondo della finanza e che ha avuto un impatto pesante sugli investimenti e sul risparmio di molti soggetti (famiglie, imprese, liberi professionisti ecc.) richiede una lettura oggettiva e lucida del perché possano essere accadute determinate distorsioni.
Giustamente è stato dato un grande peso alle responsabilità degli istituti di credito e alle diverse condotte di “mala gestio” piuttosto che all’attività di controllo della Vigilanza. In questo breve contributo, tuttavia, ci si vuole soffermare su un punto che non è sempre è stato affrontato con la dovuta attenzione. In particolare, ci riferiamo al gap di cultura finanziaria che il target dei risparmiatori italiani mediamente manifesta e che i recenti accadimenti hanno palesato in modo evidente.
Parlare di cultura finanziaria significa avere ben chiari determinati concetti, direi capisaldi, che sono alla base delle buone regole di un investimento finanziario. Parliamo, ad esempio, dei concetti di rischio e rendimento, del concetto di investimento e di risparmio, delle caratteristiche essenziali, anche in termini di profilo rischio/rendimento, dei più comuni strumenti finanziari (obbligazioni, azioni, fondi comuni di investimento ecc.), oppure di alcuni principi fondamentali per la gestione di un portafoglio (ad esempio, il principio della diversificazione delle attività finanziarie).
Acquisire un livello accettabile di cultura finanziaria di base permetterebbe di poter approcciare la gestione del proprio risparmio in modo più consapevole e di potersi relazionare con il gestore di banca o con il consulente finanziario con idee e concetti più chiari, avendo ben definito il profilo delle proprie esigenze di investimento, comprendendo le logiche del percorso di investimento proposto ed eventualmente mettendolo in discussione qualora le scelte suggerite non dovessero risultare convincenti.
Possedere un minimo di educazione finanziaria permetterebbe, inoltre, all’individuo di poter gestire alcune comuni trappole psicologiche nelle scelte di investimento, frenando l’emotività e le possibili ricadute irrazionali nell’approccio alle scelte di allocazione del risparmio che ne potrebbero scaturire. Le violazioni dei principi della razionalità si amplificano infatti sensibilmente nelle congiunture finanziarie più avverse e nelle situazioni di stress; in tali contesti, il processo decisionale dell’investitore è messo a dura prova, e possono moltiplicarsi comportamenti potenzialmente molto dannosi (ad esempio, il ricordo e l’insoddisfazione possono generare  l’ambizione di “rifarsi” aumentando potenzialmente in modo eccessivo e pericolo la propensione al rischio).
Ovviamente non abbiamo la controprova ma è presumibile pensare che un minimo di formazione, educazione e conoscenza del mondo della finanza e degli strumenti finanziari avrebbe potuto mitigare, sia pur leggermente, gli effetti devastanti delle situazioni accadute.
Acquisire uno zoccolo duro di conoscenze finanziarie non implica peraltro puntare in modo spinto sul “fai da te” che potrebbe risultare altrettanto rischioso e pericoloso e che potrebbe causare ulteriori pericolose distorsioni.
Proprio, con l’obiettivo di favorire un percorso di crescita della cultura finanziaria, CUOA Finance propone nel mese di novembre il corso “Saper investire il proprio risparmio“ che si rivolge ai diversi soggetti interessati ad acquisire una maggiore conoscenza dei principi e delle regole fondamentali in materia di gestione del risparmio, in termini di opportunità, rendimenti e rischi e anche gli strumenti necessari per avere dei rapporti proficui con gli attori istituzionali (banche, promotori finanziari, assicurazioni e altri).

*Responsabile CUOA Finance

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