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Un disco frizione allunga la corsa della lepre Moretto Group

di Paolo Gubitta

Il caso Moretto Group, una delle aziende della Top Ten delle Lepri del Nord Est, sarà protagonista dell’incontro a partecipazione libera e gratuita del 29 gennaio alle 17.00 al CUOA di Altavilla Vicentina (iscrizioni all’evento). Paolo Gubitta, professore ordinario di Organizzazione aziendale all’Università di Padova e direttore scientifico di CEFab by CUOA ha coordinato la ricerca e ci anticipa alcuni fattori che spiegano il successo dell’impresa.

La Moretto Group di Rosà (Vicenza) è una delle aziende che rientra nella Top Ten delle Lepri del Nord Est (vedi Figura 1), pubblicata da Corriere Imprese Nordest.

Fondata 35 anni fa, oggi è leader a livello europeo nei settori dello stampaggio industriale, tranciatura, lavorazione a freddo delle lamiere e assemblaggio. Nel 2007, alla vigilia del primo shock 2008/2009, l’azienda fatturava quasi 11 milioni di euro, per il 90% nel settore dell’elettrodomestico bianco e per il 10% nel settore dell’automotive. Nel 2017, l’azienda ha superato i 40 milioni di euro, invertendo il peso dei settori di sbocco: 20% nell’elettrodomestico bianco e 80% nell’automotive.

Alla base della poderosa crescita di questa impresa (leggi anche Cosa ci insegnano le Imprese Lepri del Made in Italy? Lo impariamo da Moretto Group) ci sono tre normali fattori di competitività, potenzialmente alla portata di tutti gli imprenditori.

Il di più di Alfredino Moretto, Presidente Moretto Group, è aver saputo combinarli e amalgamarli in modo originale.

Primo fattore di competitività: innovazione di prodotto.

Verrebbe da dire che la corsa di Moretto Group à tutto merito di un disco frizione. In effetti, la chiave di volta che spiega il successo dell’azienda è stata la costanza con cui a partire dal 2007 Alfredino Moretto si è impegnato nella realizzazione di un prodotto concepito in modo innovativo per il mondo automotive: un disco frizione.

Presentato nel 2008, lanciato in produzione nel 2009, il disco frizione di Moretto Group diventa il grimaldello per entrare nel settore dell’automotive passando per la porta principale e non da un accesso secondario. In dieci anni, l’azienda passa dall’essere un Signor Qualunque al ruolo di fornitore Tier 1 per le case automobilistiche.

Secondo fattore di competitività: consolidamento della struttura manageriale.

Nei momenti più acuti della crisi (2009 e dintorni), Alfredino Moretto (all’epoca 48enne) decide di consolidare senza indugio la struttura manageriale: un responsabile tecnico, un responsabile amministrativo, un responsabile qualità e un responsabile pianificazione produzione. Queste decisioni e il successivo inserimento di un direttore commerciale donna, con una consolidata esperienza nel mercato di lingua tedesca, generano un effetto leva per la Moretto Group, perché amplia il portafoglio di competenze dell’impresa, riduce i tempi per accedere al mercato tedesco e permette di aumentare la penetrazione di mercato del prodotto leader appena realizzato.

In termini imprenditoriali, questa decisione è rilevante perché dimostra implicitamente sia la disponibilità alla delega da parte dell’imprenditore sia la capacità di delegare effettivamente.

Terzo fattore di competitività: investimenti e riprogettazione dei processi.

Un piano di investimenti in impianti e macchinari realizzati prima della crisi del 2009, ispirati alla ricerca di flessibilità in produzione e orientati all’automazione dei processi, se da un lato avevano impegnato l’impresa in modo significativo, dall’altro hanno reso possibile la realizzazione del disco frizione e la sua successiva produzione in grandi volumi per soddisfare le crescenti esigenze dei clienti.

In parallelo, Alfredino e il suo team fanno quello che molti imprenditori sanno fare: riorganizzare i processi interni per recuperare efficienza e flessibilità.

Oltre a questo, alla Moretto Group riescono a salire sulle spalle dei giganti: entrare nel settore dell’automotive (che è demanding e challenging) permette di avviare un virtuoso ciclo di apprendimento di nuove competenze che, combinate e ricombinate con quelle già possedute dall’azienda, generano il percorso di crescita.

Figura 1 – La Top Ten delle Lepri del Made in Italy a Nord Est (fonte: Corriere Imprese Nordest, 14 gennaio 2019)

L’evento del 29 gennaio, si inserisce nelle iniziative del progetto Imprese Resilienti, di CEFab by CUOA, CUOA Finance e Adacta Advisory.

Leggi anche:
– 19 luglio 2018, Internal locus of control e resilienza imprenditoriale, di Paolo Gubitta e Paolo Masotti, CUOA Space
– 9 luglio 2018, L’Altra Italia delle imprese resilienti, di Paolo Gubitta, CUOA Space
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– Luglio 2018, Imprese che rialzano la testa: il caso Valente