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Enoturismo. La Legge che può fare la differenza

di Cristina Mascanzoni Kaiser*

L’8 marzo la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano ha approvato il Decreto relativo alle “Linee guida e gli indirizzi in merito ai requisiti e agli standard minimi di qualità per l’esercizio dell’attività enoturistica”. In particolare nel testo del provvedimento, a cui manca solo la firma del ministro Centinaio, sono state accolte le istanze e le proposte portate avanti in sede istituzionale da UIV e dal Movimento Turismo del Vino
Si tratta di rendere finalmente operativo quanto già definito nella legge di Bilancio 2018 e rimasto inapplicato per mancanza del relativo decreto attuativo: definire finalmente cosa sia l’Enoturismo, le relative semplificazioni fiscali per le aziende agricole e gli standard di qualità dei servizi offerti.

Il vino è uno straordinario strumento di marketing territoriale, lo dimostra il crescente successo di iniziative quali Cantine Aperte, che in 25 anni ha centuplicato il numero di strutture aderenti all’iniziativa; l’Italia tutta offre meravigliose esperienze di ‘Turismo del Vino’, ma, come per altre offerte di ‘ospitalità’ nel nostro Paese, quello che ci viene rimproverato, e ciò in cui spesso si difetta, è la mancanza di uno standard qualitativo chiaro e definito. La nuova legge nasce anche per offrire strumenti e soluzioni a questo annoso problema.

Nell’enoturismo, come a volte nel turismo, in Italia si vive dell’eccellenza di alcune eccezioni, ma per far sì che il volano economico si esprima in tutta la sua potenzialità è necessario definire degli obiettivi di qualità. Ora “con il termine «enoturismo» si intendono tutte le attività di conoscenza del vino espletate nel luogo di produzione, le visite nei luoghi di coltura, di produzione o di esposizione degli strumenti utili alla coltivazione della vite, la degustazione e la commercializzazione delle produzioni vinicole aziendali, anche in abbinamento ad alimenti, le iniziative a carattere didattico e ricreativo nell’ambito delle cantine”.

In particolare con questo decreto si punta a regolamentare tre aspetti:

1.  Iniziative/Eventi ludico didattici: Le Cantine potranno svolgere quelle attività che oggi sono ricercate dal turista sia esperto che semplice curioso facendosi pagare il giusto compenso senza incorrere nelle eventuali sanzioni su presunto lavoro nero o su divieti di carattere sanitario (e.g. partecipare a “La vendemmia con la pigiatura con i piedi dell’uva raccolta”) 

2.  La promozione territoriale: chi accoglie deve essere esperto del territorio di appartenenza della Cantina e saperlo promuovere nel suo insieme creando sinergie

3.  Personale dedicato e formato: si parlerà, per la prima volta, della necessità di avere personale debitamente preparato sia per l’accoglienza (includendo anche gli aspetti turistici del territorio), sia per le degustazioni. Solo le Cantine che corrisponderanno a tali criteri potranno affiggere il logo dedicato all’enoturismo

Oltre a ciò si regolamenteranno anche aspetti più tecnici, ma evidentemente importanti per l’ospite: dalle aperture al pubblico delle cantine (minimo 3 giorni); alla necessità di parcheggi, alla regolamentazione di spazi dedicati per l’accoglienza e degustazioni.

È sicuramente un passo avanti fondamentale per normare un settore che potrebbe diventare sempre più strategico per il Paese, ma è necessario fare ancora di più e trasferire l’attenzione dall’idea di Accoglienza al più ampio concetto di Ospitalità.

Le cantine ed il territorio hanno l’opportunità di diventare dei punti ricettivi della Wine Hospitality con personale formato in grado di offrire quei momenti di turismo esperienziale che sono la punta di diamante del marketing territoriale. Nessun luogo è in grado di regalare emozioni: arte, storia, cultura accompagnando un bicchiere di vino, quanto l’Italia.

*Faculty member corso executive L’ospitalità del vino, percorso di specializzazione dell’Executive Master in Wine Business

Su questi temi partecipa all’evento gratuito “L’Ospitalità e l’Innovazione del Vino” il prossimo 2 aprile al CUOA.