General Management Imprenditorialità e Governance

Manager on tap

Il «lavoro alla spina» è tra i fenomeni più controversi degli anni più recenti. Paolo Gubitta, direttore scientifico di CEFab by CUOA introduce il tema e indica il legame con il recente sviluppo delle esperienze di Fractional (o Part Time) Management. A questo tema è dedicato il seminario “Temporary Management – PMI – Banche. Un triangolo virtuoso?”, in programma lunedì 19 ottobre alle ore 18.


«Il lavoro alla spina?». «Sì, certo. È un fenomeno che sta prendendo piede e che non risparmia nessun lavoro, nemmeno quello manageriale».

Sono trascorsi quasi cinque anni da quel 3 gennaio 2015, quando il The Economist pubblicava il primo numero dell’anno con una copertina in cui campeggiavano la scritta Workers on Tap, appunto, lavoratori alla spina, e l’immagine di un rubinetto dal quale usciva un «getto» di lavoratori autonomi (tassisti, addetti alle pulizie, manutentori) e di liberi professionisti (consulenti di direzione, medici, avvocati e commercialisti), disponibili su chiamata a prestare la loro opera per fare ciò che serve, quando serve e fin che ce n’è bisogno. Ad aprire il rubinetto, ci pensava una nuova generazione di imprese, capaci di intercettare la domanda di servizi e di soddisfarla con una rete capillare di professionisti qualificati e affidabili grazie anche alla potenza di connessione delle app per smartphone.
Nel lavoro manageriale, a dire il vero, le prestazioni on demand non sono una novità.

Il temporary management è una pratica consolidata, che viene utilizzata per gestire processi di transizione (progetti di cambiamento, di innovazione, di sviluppo o di ristrutturazione), quando le imprese non dispongono al proprio interno delle competenze per gestire la complessità e si affidano a persone esperte.
Il temporary manager per un certo arco di tempo si dedica in modo esclusivo ad un’impresa e quindi si configura come un organo continuo (full time) e temporaneo(la collaborazione si conclude con il completamento dell’attività).
Più di recente, sta emergendo la variante del fractional management o part-time management, definito anche on demand.
Il fractional manager ha contemporaneamente rapporti di collaborazione con più imprese e dedica a ciascuna di esse una parte del suo tempo per gestire attività ordinariee stabilmente necessarie per il corretto funzionamento dell’impresa: dal controllo di gestione, alle risorse umane, alla programmazione della produzione e così via.

Il fractional management è una modalità per accedere a competenze manageriali qualificate, quando la frequenza di una attività ordinaria (nel senso indicato sopra) non è sufficiente per giustificare l’assegnazione in modo esclusivo o prevalente di una persona al suo presidio, ma ciò nonostante non può essere gestita in modo residuale e con tecniche e skill inadeguate.

Il fractional manager si configura come un organo discontinuo (part time) e tendenzialmente permanente (la collaborazione è continuativa perché collegata ad attività ordinarie), che integra la dotazione manageriale dell’impresa gestendo specifiche attività e senza confondersi con la consulenza.

Per le imprese medio-piccole, è un’opportunità per managerializzare alcune aree aziendali a costi accessibili e sostenere i progetti di crescita dimensionale, ma richiede la capacità di delegare, di condividere informazioni e di misurare le performance con metodo.

Temporary Management – PMI – Banche. Un triangolo virtuoso?
è il titolo del seminario promosso da AIDP Triveneto, ANDAF e Institute for Intermin Management Italian Chapter, in programma lunedì 19 ottobre alle ore 18 presso ItalyPost Factory, spazio libreria Piazza De Gasperi 30/B (angolo Viale Codalunga), Padova, e in diretta Facebook.
La partecipazione è gratuita: per iscriversi cliccare qui >>

Autore: Paolo Gubitta, professore di Organizzazione aziendale e Imprenditorialità all’Università di Padova e direttore scientifico di CEFab by CUOA

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