General Management Imprenditorialità e Governance Internazionalizzazione

Italia, USA e Unione Europea: l’arbitro è il mercato

Geopolitica e Strategie d’Impresa

12 febbraio 2019

a cura di Trend Topics Committee

Non c’è solo l’Europa a rischio implosione e la necessità di ripensare i rapporti con la Gran Bretagna post-Brexit. Ci sono anche le relazioni con gli altri Paesi europei, con gli USA, la Russia, il Brasile, la Turchia e la Cina. A far da arbitro su queste questioni non sarà la politica ma il mercato. Ce lo anticipa Stefano Stefanini, diplomatico e editorialista de La Stampa, che interverrà nella Opening Lecture di Trend Topics 2019 – Geopolitica e strategie d’impresa, il prossimo 18 marzo al CUOA.

Sarà anche vero che la competitività delle imprese dipende dalla qualità degli imprenditori e dei manager. Ma è altrettanto vero che il futuro delle imprese dipende anche dalla capacità degli Stati di tessere relazioni internazionali funzionali allo sviluppo delle imprese.
In un editoriale su La Stampa dello scorso 18 ottobre 2018, Sfida all’Ue: il rischio è sui mercati, il diplomatico Stefano Stefanini sintetizza il concetto con queste parole:

«Ci sono scelte da fare e schieramenti fra cui orientarsi. I nostri partner europei stanno cercando di capire da che parte stiamo su sanzioni alla Russia, tensioni con la Cina su commercio e proprietà intellettuale, Iran, UK post-Brexit, Polonia e Ungheria, scambio territoriale fra Serbia e Kosovo ecc.»

Perché per imprenditori e manager è indispensabile avere piena contezza delle dinamiche geopolitiche? La ragione è presto detta: perché impatta sulle strategie delle imprese stesse.
1. Perdita di fiducia degli investitori esteri e reazione difensiva dei mercati di fronte allo scontro con un’UE che chiede soltanto rispetto di regole e impegni presi (in altri termini: spread non più sopportabile).
2. Costo sui mercati di una eventuale rotta di collisione tra Italia e Unione Europea, senza avere pieno controllo delle relazioni con altri Paesi del calibro di Russia, Brasile, Turchia e Cina, per non parlare degli USA di Trump.
3. Rischio di aprire troppi fronti di battaglia a Bruxelles senza alleati su nessuno.

La situazione è tutt’altro che semplice.

Sempre Stefanini chiosa sul tema scrivendo:
«Un tempo potevamo contare sull’appoggio esterno dell’America. L’America di Trump non fa nulla gratuitamente. Il credito di simpatia del presidente del Consiglio a Washington evaporerà presto senza seguiti concreti, ad esempio su Tap e spesa per la difesa. Non saranno le sirene russe a salvarci dall’isolamento se rimarremo orfani di Bruxelles e di Washington».

Su questi temi sarà centrata la relazione di Stefano Stefanini nel corso della Opening Lecture di Trend Topics 2019 – Geopolitica e strategie d’impresa, il prossimo 18 marzo al CUOA.

Il profilo di Stefano Stefanini
Diplomatico dal 1974 al 2013 in Australia, Stati Uniti (ONU New York e Washington) e Russia, è Rappresentante Permanente d’Italia alla NATO e Consigliere Diplomatico del Presidente Napolitano. Svolge attività di consulenza a Bruxelles e collabora con centri di ricerca italiani e internazionali. È editorialista de La Stampa.