Imprenditorialità e Governance

Innovare con criterio, partendo dalla strategia

Paolo Gubitta *

Image: FreeDigitalPhotos.netDopo un’attenta analisi dell’economia del Nord Est, la Banca d’Italia ha sottolineato che una delle leve per recuperare competitività è aumentare il contenuto di innovazione e tecnologia dei prodotti manifatturieri che le nostre imprese sanno fare bene, in alcuni casi molto meglio di tutti gli altri Paesi. Questa esortazione suggerisce agli imprenditori alcune vie di uscita dalla crisi.

In primo luogo, ci dice che il patrimonio accumulato in decenni di tradizione manifatturiera nei laboratori e nelle fabbriche ha ancora un valore. Queste competenze diffuse sono una delle più importanti risorse dell’Italia e del Nord Est in particolare.
Da alcuni anni, la Fondazione Edison calcola l’indice delle eccellenze competitive, che misura il peso sullo scenario globale in funzione delle nicchie in cui il nostro Paese ha posizioni di leadership. Su un campione totale di 5517 prodotti in cui è suddiviso il commercio internazionale, l’Italia è al primo posto in 249 nicchie, al secondo posto in 347, al terzo posto in 387, al quarto posto in 317, al quinto posto in 293.
Agli imprenditori spetta quindi il compito di valorizzare in modo intelligente e creativo tali competenze per mantenere posizioni di leadership. Qualcuno ci sta riuscendo: componentistica con soluzioni d’avanguardia, macchine agricole dotate di sistemi di comunicazione satellitare, strumenti di comando a distanza talmente belli da sembrare oggetti d’arredamento, cucine di design ed eco-compatibili, mobili rivoluzionari nel design e nei componenti, gioielli «easy to wear».

In tutti questi casi (e l’elenco può continuare a lungo) siamo di fronte a famiglie imprenditoriali che hanno saputo mettere insieme “tradizione” e “modernità”. Non hanno ricercato invano di cambiare pelle, ma hanno compiuto investimenti mirati in ricerca e sviluppo, coerenti con le risorse disponibili e finalizzati a valorizzare il patrimonio accumulato. In altri termini, non hanno cercato di scimmiottare qualcun altro, ma hanno implementato con perseveranza la propria strategia.

Da una ricerca CUOA – Università di Padova sulle imprese di successo del “Made in Italy”, coordinata da Diego Campagnolo, emerge che le imprese di maggiore successo sono quelle che hanno prima di tutto innovato il loro modello di business, ovvero hanno ripensato in modo coerente la strategia, l’approccio al mercato e l’organizzazione. Tutte cose che si possono imparare a fare.


* Direttore scientifico Area Imprenditorialità, Fondazione CUOA