ImpresealCUOA, n. 44 del 11 giugno 2018 La community MBA Imprenditori CUOA

Imprenditori dell’Agrifood al MakeinItaly Festival di Thiene

ImpresealCUOA, 11 giugno 2018

di Elisa Rati*

Sabato 9 giugno 2018, al MakeinItaly Festival di Thiene si è tenuto un seminario dal titolo «Agroalimentare: brand e qualità, un binomio vincente», a cui ha partecipato anche Riccardo Agugiaro, Amministratore Delegato di Agugiaro&Figna e Alumnus MBA Imprenditori 2 (2007-2009). Elisa Rati sintetizza l’incontro.


Siamo soliti associare al concetto di food l’idea di artigianalità, di valore, di italianità.

È certamente vero, ma ci sono anche altri segreti che fanno del cibo Made in Italy un’eccellenza, e che sono stati scoperti e discussi da imprenditori ed esperti specializzati in agrifood, brand e qualità.

Una prima osservazione emersa nel corso del seminario «Agroalimentare: brand e qualità, un binomio vincente» svoltosi sabato 9 giugno al MakeinItaly Festival di Thiene riguarda la possibilità di creare una relazione virtuosa tra tradizione e innovazione e tra manualità e digitalizzazione, in linea con quel processo di ibridazione dei lavori e dei processi di produzione, che non esclude alcun settore.

È per queste ragioni che le aziende devono continuare ad investire in ricerca e sviluppo per (ri)innovare i prodotti, la loro lavorazione, il servizio offerto, e per creare nuovo valore per i clienti.

I concetti chiave legati a questo cambiamento in atto nel settore agroalimentare e che sono stati definiti durante l’incontro sono riconducibili a tre principali temi.

  1. Filiere: gli ingredienti fanno la differenza

Nel mondo del food la qualità del prodotto finale dipende per l’80% dalla qualità delle materie prime utilizzate per crearlo.

In termini di implicazioni gestionali, ciò carica di importanza strategica l’organizzazione e la certificazione di filiera: i rapporti tra fornitori e clienti saranno quindi sempre di più orientati verso un’ottica di lungo periodo, in cui la reciproca collaborazione porta ad un prodotto (locale) di qualità eccellente e a volte certificata.

Un orientamento di questo tipo, che basa le proprie fondamenta su una rete di partner di fiducia, può inoltre favorire lo scambio reciproco tra gli attori del settore e facilitare quindi l’innovazione e la crescita.

  1. Mercati: i consumatori sono sempre più informati e consapevoli

I clienti sono sempre più informati: internet, i social media e i programmi televisivi dedicati al mondo del food qualificano la domanda del consumatore medio.

Ciò rende il cliente più attento ed esigente rispetto alla qualità del prodotto e più capace di riconoscere il valore dei prodotti agricoli che ha di fronte.

Per questa ragione, le aziende possono instaurare rapporti di fiducia e di collaborazione con grandi chef o esperti del settore che ricoprano la figura di partner, testimonial o influencer capaci di veicolare il loro messaggio e aiutare i clienti a capire il giusto valore da attribuire ai prodotti in termini di bontà e qualità.

  1. Tecnologia: processi di innovazione in cucina

Come nel caso dei motori bifuel, anche in cucina la realizzazione dei cibi può seguire percorsi diversi. Le competenze qualificate e differenziate dei grandi chef portano alla richiesta di strumenti di lavoro altrettanto qualificati e differenziati, che deve essere soddisfatta dalle aziende a monte della filiera tecnica.

Ci sono numerosi esempi che dimostrano questa evoluzione. Uno per tutti, riguarda le cucine professionali, che sono il cuore produttivo.

In questo ambito, sta prendendo piede la doppia tecnologia di cottura, ovvero di impianti che dispongono allo stesso tempo di piani cottura a gas e ad induzione, a conferma del fatto che la qualità e la differenziazione in cucina può anche essere centrata sulle tecniche e sui processi di cottura.

*Junior researcher dell’Osservatorio delle Professioni Digitali dell’Università di Padova

Altri contributi sull’Agrifood da #ImpresealCUOA
2018, 15 maggio, Visita ai Molini Aperti: Agugiaro&Figna
2018, 19 marzo, I vini bio di Fasoli alla conquista del mondo
2018, 19 marzo, Food 4.0. Il caso della Ricotteria Elda

Casi di Agrifood dalla rubrica Lepri del Nordest di Corriere Imprese
2018, maggio, Essere pasticceri nella «Filiera della Bontà» Filippi e l’impatto positivo della Società Benefit
2018, febbraio, Quegli audaci visionari della cooperazione sociale. Ristorazione e pane «bio», i casi Riesco e Sobob
2017, maggio, Serenissima Ristorazione, la fabbrica del cibo da 30 milioni di pasti (personalizzati) all’anno
2016, settembre, Rossetto, diventare grandi grazie ai piccoli formati. E il Molino quadruplica i volumi negli anni della crisi
2016, febbraio, Come nobilitare un prodotto povero e antico. E la farina per pizza va in prima pagina a New York
2015, settembre, Il caso Pedon: quando l’innovazione fa la differenza non riguarda solo il prodotto ma il modello di business
2015, agosto, La strategia anti-crisi: puntare tutto sulla ricotta. Quel caseificio sui monti Lessini che piace all’Italia
2015, luglio, Bibanesi: gli arcaici panetti che battono la crisi. Se il «fatto a mano» cresce anche negli anni duri