ImpresealCUOA n. 37 dell'11 dicembre 2017 ImpresealCUOA n. 46 – Special Issue del 26 luglio 2018 La community MBA Imprenditori CUOA

Società Benefit e Family Business

ImpresealCUOA, 11 dicembre 2017

di Paolo Gubitta e Chiara Tamburini*

Un anno fa, era l’1 Dicembre 2016, più di quaranta imprese si sono incontrate a Milano per condividere esperienze e obiettivi in tema Benefit Corporation. Un mese fa, era l’11 novembre 2017, Alfredo Zordan (Chief Commercial Officer di Zordan 1965, azienda del CLUB Member CUOA) è intervenuto al Global Step Summit 2017, convegno internazionale sul Family Business tenuto all’Università della Svizzera italiana (USI) di Lugano, per illustrare il percorso che ha portato la sua azienda a diventare Società Benefit. Cosa possiamo imparare da questi eventi? Ecco l’analisi di Paolo Gubitta e Chiara Tamburini (Area Imprenditorialità CUOA Business School).


«How do family values evolve as the company grows? In 2016, Zordan became also a certified B Corp and a Benefit Corporation with the aim of using business as a force for good. The B Corp certification guides the management in improving the standard for a social and environmental sustainability», ha esordito Alfredo Zordan sabato 11 novembre 2017 a Lugano quando, nella sessione Family Impact on society (CSR and B-Corp) coordinata da Ling Chen (professore della cinese Zhejiang University), ha presentato l’esperienza dell’impresa di famiglia che da poco più di un anno si è trasformata in Società Benefit.
Il suo incipit offre lo spunto per un approfondimento sul legame tra le Società Benefit e l’evoluzione del Family Business in Italia.
A gennaio 2016, in Italia entra in vigore il decreto n. 208, legge che ha reso possibile l’adozione da parte delle imprese di un’innovativa forma giuridica, la Società Benefit. L’Italia è la prima nazione dopo gli Stati Uniti ad aver previsto la forma giuridica di Benefit Corporation.
Cosa sta alla base della legge sulle Società Benefit del 2016?
L’articolo 1 del DDL n. 1882 definisce le Società Benefit come quelle società che:

«…nell’esercizio di una attività economica, oltre allo scopo di dividerne gli utili, perseguono una o più finalità di beneficio comune e operano in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, comunità, territori e ambiente, beni ed attività culturali e sociali, enti e associazioni ed altri portatori di interesse».

Leggendo l’articolo, la caratteristica distintiva delle Società Benefit diventa di facile intuizione.
Prima di tutto, è l’adozione consapevole di una pluralità di obiettivi, che al soddisfacimento delle legittime attese degli azionisti, aggiunge anche l’onere di generare un impatto sociale e ambientale positivo, considerando una serie di soggetti portatori di interesse, quali i collaboratori, i cittadini, fornitori e rivenditori, comunità locali e istituzioni.
Una doppia mission guida le Società Benefit: ricerca del profitto parallelamente al welfare collettivo.
Il vero punto di svolta a questo proposito, è la formalizzazione di tale focus, che entra nello statuto e modifica anche la denominazione societaria. Questo sigillo fa sì che l’impresa sia formalmente ed esplicitamente vincolata all’impegno preso di creare benessere per la comunità e l’ambiente, impegno che per la prima volta non si ferma alla semplice comunicazione di eventi e comportamenti di responsabilità sociale, ma entra a pieno titolo nelle finalità dell’impresa e viene misurato in termini quantitativi attraverso report specifici.
La letteratura scientifica dice che la nascita del movimento delle Società Benefit, o Benefit Corporation, scaturisce dalla crescente consapevolezza degli imprenditori che il business, per essere realmente sostenibile nel lungo periodo, necessiti di un cambio di rotta. Una rivisitazione del modus operandi storicamente insediato all’interno delle aziende è necessaria per continuare a crescere. Parallelamente, il desiderio crescente degli imprenditori di creare condizioni favorevoli per le prossime generazioni ha dato una spinta considerevole alla diffusione del fenomeno.
In Italia, questo nuovo strumento rappresenta una via originale per quelle imprese a proprietà familiare interessate a dare sistematicità al loro impegno per il territorio e la comunità.
Le keywords che ispirano le Società Benefit (Trasparenza, Responsabilità, Inclusività, Interesse comune, Benessere) sono proprie anche delle imprese che ottengono la certificazione B Corp, che è appunto una certificazione, ottenibile da qualsiasi impresa che raggiunga un certo punteggio nel B Impact Assessment, standard globale per valutare l’impatto sociale e ambientale delle imprese e per redigere la relazione di impatto (in altri termini: si può essere Società Benefit senza avere la certificazione B-Corp e ottenere la certificazione B-Corp senza trasformare la propria azienda in Società Benefit).
Lo scorso 29 Ottobre 2017, Il Sole 24 Ore ha pubblicato l’identikit delle B Corp nel mondo, individuandone 1.029 certificate negli USA e 51 in Italia: siamo il Paese dell’Europa continentale con il maggior numero di imprese certificate B-Corp, la prima delle quali è stata Nativa Lab, che poi si è fatta carico anche di avviare il movimento italiano che ha portato alla normativa sulle Società Benefit in Italia.

*Area Imprenditorialità CUOA Business School

La Special Issue di #ImpresealCUOA n. 46 include i seguenti contributi:

Più valore ai valori: Società Benefit e Imprese Familiari

  1. B-Corp e Società Benefit: analogie e differenze
  2. Le imprese familiari e l’orientamento (naturale?) al benefit
  3. Società Benefit e strategie di sostenibilità
  4. L’impatto sociale delle Società Benefit
  5. Società Benefit e la filosofia di un imprenditore ribelle
  6. Quante sono le Società Benefit in Italia?
  7. B-Corp, Quarto Settore e Organizzazioni Ibride
  8. Società Benefit & Family Business
  9. B-Corporation… e il modo di fare impresa non sarà più lo stesso